Generale e uomo politico cinese. Uomo di fiducia
della dinastia Manciù, percorse una carriera che lo portò ad
assumere il completo controllo della corte alla vigilia del crollo della
Monarchia (1912). Nominato presidente cinese in Corea nel 1885, conservò
l'incarico sino al 1894, venendo successivamente incaricato della
riorganizzazione dell'esercito. Aderì dapprima al programma dei
riformatori, acquistando una posizione di primissimo piano nel 1898, durante il
"regime dei cento giorni"; si schierò poi con le forze
conservatrici guidate dall'imperatrice vedova Tzu-Hsi e partecipò alla
durissima repressione contro i riformatori. Quando nel 1901 scoppiò la
rivolta dei boxers
Y.
S.
era governatore dello Shantung e
nel 1907 divenne ministro degli Esteri; alla morte dell'imperatrice fu esiliato
e (ottobre 1911), dopo l'ammutinamento di una parte delle truppe imperiali,
richiamato a corte con la nomina di primo ministro. Intraprese negoziati con i
repubblicani di Sun Yat-sen, garantendo l'abdicazione della dinastia
manciù (febbraio 1912) in cambio di precisi impegni. Per favorire la
pacificazione del Paese, Sun Yat-sen, presidente dell'Assemblea nazionale
rivoluzionaria di Nanchino, si dimise in favore di
Y.
S.
che
assunse ufficialmente la carica di presidente del nuovo Stato repubblicano.
Privo della necessaria fiducia nelle istituzioni repubblicane e ambizioso, egli
non seppe valutare la situazione, ponendosi alla testa delle forze conservatrici
del Nord, in contrapposizione a quelle repubblicane progressiste del Sud.
Potendo contare sull'appoggio delle potenze straniere, trasferì
l'Assemblea a Pechino e promulgò una Costituzione provvisoria (marzo
1912). Non avendo potuto evitare che il Kuo Ming Tan risultasse maggioritario
nella nuova Assemblea nazionale, lo statista tentò di ignorare
l'Assemblea, reprimendo poi la rivolta delle province meridionali e costringendo
Sun Yat-sen e gli altri capi repubblicani a rifugiarsi in Giappone. Nell'ottobre
1913 si nominò presidente per un periodo di cinque anni, con poteri
assoluti, e decretò lo scioglimento dell'Assemblea eletta. Ottenuto in
tal modo il potere assoluto, nel 1915 decise di fondare una nuova dinastia,
innalzandosi al trono con il titolo regale di Huan Hsieu (era costituzionale
gloriosa). La ribellione armata del Sud lo costrinse nel febbraio 1916 a
rinviare la propria incoronazione e nel giugno successivo la morte pose fine al
tentativo di resuscitare la Monarchia, mentre la lotta tra repubblicani e
imperiali infuriava in tutto il Paese (Xiangcheng, Henan 1859 - Pechino
1916).